lunedì 7 aprile 2014

Documento finale degli stati generali delle donne di Bari: Patto fra donne di lealtà e di responsabilità

Stati Generali delle Donne • Bari 2,3,4 aprile 2014

“Gli Stati generali delle donne” si sono chiusi portando a termine il lavoro che le donne che vi hanno partecipato si erano proposte. Nelle tre giornate di lavoro e studio più di 200 donne si sono iscritte ai tavoli e oltre mille followers hanno seguito i lavori attraverso la pagina facebook degli Stati generali. Si tratta di un risultato storico, specie se contestualizzato nella crisi attuale di paradigmi e di rappresentanza, che un tale numero di donne della sola città di Bari e di ogni colore politico con passione si sia confrontata a tempo pieno sui temi della politica.
Questo appuntamento ha permesso nella tre giorni di fare anche informazione e formazione politica, di approfondire i meccanismi della cultura della partecipazione. C’è stata la possibilità di ascoltare il confronto di opinioni differenti e il percorso condiviso ai tavoli di lavoro ha portato alla costruzione de “La città delle donne”: la città di tutte e di tutti. Per i tempi brevi di implementazione dell’iniziativa, cominciata appena l’8 marzo scorso, si tratta di risultati sorprendenti.
Gli Stati generali, come chiarito nelle premesse, intendono porre all’attenzione della cittadinanza, dei candidati sindaci, dei partiti, anche un elenco di possibili candidate che si sottoporranno al vaglio elettorale. Si tratta di donne che hanno partecipato agli Stati generali, che hanno creduto in questa iniziativa, che hanno sottoscritto un “patto di lealtà e di responsabilità” che non si concluderà qui, ma intende continuare anche per le prossime regionali e a seguire, per le politiche.
Fra le proposte c’è chi ha già scelto di candidarsi, chi sta scegliendo in queste ore, chi viene segnalata dagli Stati generali per favorire questo percorso.
Intanto,la pagina facebook de Gli Stati generali si arricchirà nei prossimi giorni dei punti del programma de “La città delle donne” e dei video di qualche minuto realizzati da ciascuna delle candidate per promuovere il proprio profilo agli oltre mille followers che hanno seguito la manifestazione in questi giorni.
Nel patto di lealtà e di responsabilità” che le donne hanno stretto e firmato c’è, fra l’altro:lavorare per la realizzazione del programma de “La Città delle donne”
  1. non interrompere il filo costruito in questi giorni partecipando a riunioni periodiche indette dal coordinamento de “Gli Stati generali” per la verifica dell’attuazione del programma,
  2. disconoscere qualsiasi meccanismo di abbinamento fra candidati che presupponga una sudditanza delle donne rispetto ad un candidato uomo.
  3. inoltre Il “patto di lealtà e responsabilità” impegna le candidate, per tutta la campagna elettorale e nel prosieguo nell’attività amministrativa che auspichiamo veda la presenza di molte donne, ai principi della massima trasparenza, sobrietà nell’uso delle risorse, massimo coinvolgimento e capacità di sussunzione delle istanze della cittadinanza e, per quanto ovvio, rispetto assoluto della legalità.

Di seguito il programma de La Città delle donne e l’elenco delle donne che segnaliamo.

Il programma de “La Città delle donne, la città di tutte e di tutti”

Benessere sociale equo e solidale
è emerso che l’attuale crisi rende sempre più pressanti le richieste che arrivano dai soggetti deboli (bambini, anziani, indigenti, separati) e i servizi messi a disposizione fino ad ora diventano ogni giorno più insufficienti. Vista la scarsezza di fondi è necessario, allora, oltre alle azioni ordinarie mettere in campo politiche sperimentali già in atto in altri Comuni d’Italia che permettano il coinvolgimento attivo della popolazione e della classe dirigente tutta, a partire da quella imprenditoriale, che viene chiamata ad un atto di responsabilità.
Sotto i riflettori ci sono le proposte per arginare il fenomeno della violenza sulle donne, in crescita costante. Gli interventi innovativi che vedono la creazione di condomini solidali (case messe a disposizione a basso costo per i separati in difficoltà), food sharing (una sorta di albo di raccolta di fornitori e privati per la raccolta di cibo), la promozione delle social street, strade sociali, appunto, nelle quali i condòmini svolgono pratiche di buon vicinato, interventi di counceling. E’ necessario anche incrementare il numero di asili anche aziendali o interaziendali o tra consorzi di imprese, per integrare il numero di quelli già esistenti, a fronte di sgravi fiscali. Un riflettore va acceso sul centro sociale di Bari vecchia che le stesse donne della città hanno denunciato essere in sostanziale stallo. Per i minori e adolescenti va attivato un servizio che aiuti a gestire l’uso di internet con corsi genitore/figlio. E ancora spazi aggregativi e altri punti che troverete nelle schede.


Governo della città e costruzione partecipata e trasparente della decisione
Il tavolo ha ragionato sui metodi. Il punto di partenza è la crisi di rappresentanza e della politica. Le donne pagano particolarmente la crisi dei corpi intermedi (leggi partiti) perché hanno una modalità diversa della raccolta del consenso. Gli uomini in politica tendono a operare per moltiplicare il loro consenso personale, è emerso invece che le donne si approcciano alla politica con l’ottica del riconoscimento dei problemi e della loro soluzione. Obiettivo è quello del miglioramento dei sistemi di delega e rappresentanza. Per cui via libera ai sistemi di accesso privilegiato delle donne alla politica (quote, doppia preferenza, ecc) che è vero che sono da considerarsi necessari, ma transitori. Non a caso gli Stati generali hanno proposto un patto di responsabilità fra donne che continuerà nel tempo come strumento di partecipazione e verifica nell’attuazione dei programmi individuati. In vista delle elezioni amministrative, le donne de Gli Stati generali hanno chiarito di respingere il sistema del voto di scambio, anche fra candidati e candidate della stessa lista, e strutturano un luogo di interlocuzione fissa nella “Casa delle donne del Mediterraneo”, contenitore che Gli Stati generali chiedono all’amministrazione di istituire. Per le modalità specifiche si rimanda alla nota in cartella.

Lavoro e dinamismi economici
Il lavoro resta uno dei temi principali del nostro tempo, le recenti statistiche sulla disoccupazione nel Paese lo testimoniano. Necessario, allora, uno snellimento delle pratiche burocratiche prevedendo l’informatizzazione dei servizi; necessario pure sviluppare un sistema di concertazione fra attori sociali e istituzioni per potenziare una rete di servizi che rispondano alle esigenze di ricerca occupazionale e di conciliazione dei tempi di lavoro (vedi smart working). Determinare quote all’interno degli uffici pubblici o delle municipalizzate per il reiserimento di uomini e donne over 40. Prevedere corsi di formazione in linea con le reali esigenze del mercato e conseguente divulgazione degli stessi; strutturazione di piani formativi rivolti a quei soggetti fuori dal mondo del lavoro in età compresa tra 40 e 60 anni. Creazione di un tavolo di concertazione permanente formato da municipi, associazioni sindacali, associazioni datoriali e una delegazione de Gli Stati generali delle donne per migliorare l’inserimento e la tutela nel mondo del lavoro. Gli obiettivi raggiunti diventano una piattaforma nazionale da portare in sede Anci.


Culture e Saperi
Il tavolo ha fatto il punto sulle politiche culturali individuando la necessità di una pluralità di sguardi. Si chiede l’istituzione (non solo una delega) di un’assessorato alla Cultura, accorpato a Turismo e Sport per creare una sorta di welfare culturale inteso come servizio ai territori: di qua la creazione dei “Presidi di civiltà” in ognuna delle 5 circoscrizioni in cui attivare iniziative di scambi con le scuole, favorire la circolarità delle informazioni, creare eventi diffusi e decentrati attraverso un unico sguardo che abbracci tutta la città valorizzando risorse e spazi fino ad ora inutilizzati e coinvolgendo soprattutto le periferie. Il cuore pulsante delle politiche culturali chiediamo che diventi la “Casa delle donne del Mediterraneo” anche casa di scambio e di accoglienza di culture altre. Ormai sono una realtà gli eventi organizzati da etnie diverse dalle nostre che potrebbero favorire l’integrazione, mitigando la paura del diverso, dell’altro. In questa logica la delega allo Sport diventa un mezzo di sensibilizzazione per integrare la cultura altra nel tessuto sociale e valorizzare gli spazi di pratica sportiva. La Casa delle donne del Mediterraneo avvierà rapporti anche con le altre realtà internazionali per uno scambio accrescitivo di esperienze di donne e non solo.
Necessario, inoltre, creare maggiori sinergie fra amministrazione comunale, università, Istituto agronomico mediterraneo, Politecnico, centri di cultura e istruzione diffusi sul territorio non solo per una circolarità dei saperi e delle opportunità, ma per cogliere la chance di sviluppo che gravita attorno al mondo dell’università, della produzione di beni immateriali e di innovazione che creano opportunità lavorative (vedi Perugia che basa gran parte della sua economia su tutto ciò che gravita attorno al mondo universitario) e di sviluppo territoriale. E’ necessario, insomma, creare Bari- città universitaria uscendo dai vincoli ciuesi e autoreferenziali di ciascuna realtà.


Pianificazione Urbanistica

Il tavolo si è occupato di trasporti, sicurezza, pianificazione dei tempi della città, edilizia/accessibilità spazi e luoghi, pianificazione urbana e territoriale. L’approccio di genere ai temi della pianificazione urbana sviluppa nuovi sguardi e nuovi metodi alla ricerca di una quota equa delle opportunità e delle risorse presenti in ambiente urbano. Lo spazio abitativo al femminile che è il punto di partenza verso la città intera attraverso il quartiere.
• Si parte dalla necessità di individuare un metodo di indagine (una best practice) per la realizzazione di progetti pilota implementabili in tutta la città. Un esempio è quello di lavorare su due quartieri a confronto (uno in evoluzione e uno già strutturato) per rintracciare i bisogni e i percorsi reali quotidiani da cui tracciare delle mappe della città che individuano le criticità e su cui scegliere i progetti principali di trasformazione, vista l’esiguità delle risorse a disposizione.
• Per i trasporti, è allo studio della Unione Europea un Piano di genere. Il tavolo dell’Urbanistica ne propone i punti al Comune di Bari adeguandolo alle esigenze locali. Come ad esempio la valorizzazione delle vie d’acqua, come sistema di trasporto complementare sul mare. Inoltre, ottimizzare i tempi dei trasporti significa ottimizzare i tempi delle donne.
• Per la sicurezza, sono da rivedere i sistemi di integrazione dell’illuminazione urbana degli spazi pubblici (strade e piazze) con riferimento alle nuove tecnologie come i sistemi sensoristici che si modulano in relazione alla presenza umana. Riducendo così anche i consumi di energia pubblica.
• Per il territorio, si parte dall’individuazione di luoghi fisici, i “Laboratori dell’abitare”, dove le esigenze dei cittadini devono trovare corrispondenza nel lavoro dei tecnici comunali.
• Il tema della bellezza – Va affrontato a cominciare dall’educazione alla bellezza che trova nella scuola il luogo fisico per eccellenza della formazione, a partire proprio dalla rigenerazione degli edifici scolastici. Anche il tema del decoro urbano è fondamentale con la mappatura degli edifici ad alto potenziale rigenerativo, al Piano del colore, al recupero degli spazi di risulta da adibire ad orti urbani. Importante la promozione del concorso di idee come strumento democratico della costruzione della bellezza.
• Va incentivata anche la partecipazione attiva dei cittadini alla manutenzione degli spazi degradati. La legge prevede che gli amministratori forniscano mezzi e supporto di competenze. Auspicabile sarebbe che l'amministrazione si rappresenti al cittadino attivo in modo unitario, con un unico ufficio, un’unica responsabilità individuata e individuabile per questo genere di pratiche.
• L’esperienza di altre realtà di: adotta un monumento, adotta un giardino o adotta una strada possono incentivare il tema dell’appartenenza del cittadino alla città attraverso libere sottoscrizioni su progetti definiti dall’amministrazione comunale.
• Tonomastica al femminile – Si spera che in futuro il Comune abbia maggiore attenzione nell’assegnare nomi di donne alle strade cittadine.


Le donne che segnaliamo


Nome
Cognome
Posizione Lavorativa
Candidata a
(Comune, Munic.)
Lista
Coalizione
Elisabetta Cassano

Municipio
Movimento Schittulli
Centro-Destra
Valentina Cernò
Pubblicitario
Comune
Forza Italia
Centro-Destra
Simona Cuomo
Avvocata
Comune
Movimento Schittulli
Centro-Destra
Monia Magistro
Docente
Comune
Forza Italia
Centro-Destra
Carmela Mastrovito

Comune
Fratelli D’italia
Centro-Destra
Claudia Valla
Avvocato
Comune
Impegno Civile con Di Paola
Centro-Destra
Bianca Maria Amoruso
Avvocato
Comune
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Valentina D'elia
Ufficio Stampa
Primo Municipio
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Carla Palone
Editore
Comune
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Francesca Palumbo
Docente
Comune
Lista Decaro
Centro-Sinistra
Paola Romano


PD
Centro-Sinistra
Nunzia Bernardini
Impiegata Giornalista
Comune
Lista Digeronimo
Digeronimo
Flavia Loconte
Imprenditrice
Comune
Lista Digeronimo
Digeronimo
Teresa Masciopinto
Funzionaria Banca
Comune, europee
Convochiamoci con Paccione
Paccione
Antonella Masi

Comune
Convochiamoci con Paccione
Paccione
Patrizia Del Giudice
Agente Attivi-tà Finanziaria
Sta Decidendo
Sta decidendo
Sta decidendo



Patrizia Carrera, centro sinistra
Maddalena Vitti centro destra
Per quanto attiene le circoscrizioni, auspichiamo che i partiti propongano il 50% di donne candidate alla presidenza. Essendoci 10 candidati sindaci, al momento, ci aspettiamo, dunque, che ci siano almeno 20 candidate donne presidenti.
Fra le donne che vorremmo segnalare dagli Stati generali c’è anche Giusi Giannelli, del comitato organizzatore, che nell’ambito della coalizione di centro-sinistra, potrebbe essere indicata alla presidenza del Municipio Carbonara, Ceglie, Loseto per storia personale e contiguità con quel territorio.
Una presenza di almeno il 50% di donne ci aspettiamo anche per la presidenza delle municipalizzate e per gli enti collegati.


Patto fra donne di lealtà e di responsabilità


Premessa
Il Governo della città non è un’attività neutra. Esso, infatti, produce degli effetti diretti sulle comunità sulle quali interviene, le quali sono portatrici di interessi diversi e a volte in conflitto fra loro. La crisi della politica e la crisi della rappresentanza – nonostante l’acceso dibattito sulla opportunità o meno di introdurre sistemi di riequilibrio di genere negli organi elettivi e non – incidono sulle opportunità delle donne di partecipare ai processi decisionali. Esse, infatti, già poco introdotte nei meccanismi di costruzione del consenso, subiscono ancor più la mancanza di strutture nelle quali gli interessi collettivi si organizzano, poiché tale mancanza fa prevalere meccanismi di raccolta di voti collegati alla visibilità e alle relazioni/influenze/contiguità personali.
Le donne che hanno partecipato ed aderito agli Stati Generali di Bari credono fermamente nel ruolo e nella responsabilità della politica nel perseguimento del bene comune.
Non condividono, pertanto, la logica di governo volta alla ricerca della mera acquisizione di posizioni di potere e, conseguentemente, si impegnano a praticare una politica distante della mera moltiplicazione dei voti, bensì funzionale alla (ri)cognizione dei problemi che affliggono il territorio di riferimento ed alla ricerca delle relative soluzioni nella logica della condivisione.


Guardare la realtà per ribaltarla
Siamo tutti e tutte abituati a logiche di governo caratterizzate da uno sguardo e da metodi maschili, per il semplice fatto che raramente le donne partecipano direttamente e attivamente al governo delle città. Condividere la responsabilità delle decisioni tra uomini e donne partecipi di una consapevolezza delle differenze di genere, invece, non può che riequilibrare la visione dei luoghi che abitiamo e della democrazia che agiamo. Il principio della necessità del riequilibrio della rappresentanza dei generi, d’altra parte è ormai affermato senza ombra di dubbio dalla giurisprudenza, in applicazione del principio costituzionale di uguaglianza sostanziale tra uomini e donne (artt. 3 e 51 Cost.). E la legge 215/2012, in applicazione di detto principio, ha introdotto la facoltà di esprimere la doppia preferenza.
Per rafforzare queste buone pratiche è anche necessario costruire dei luoghi, anche fisici, in cui condividere le informazioni e rendere permanente il confronto, in modo da ridurre progressivamente la attuale distanza tra rappresentanza e rappresentatività.
Per quanto riguarda i sistemi impositivi delle cc.dd. “quote” come di strumenti di riequilibrio/privilegio o di precedenza per favorire l’accesso delle donne alle cariche istituzionali, gli Stati generali ne auspicano la transitorietà, perseguendo l’obiettivo di una autentica parità che ne valorizzi la diversità.
Ulteriore tema con il quale le donne degli Stati generali hanno deciso di confrontarsi riguarda la salvaguardia del principio democratico di cui è espressione l’assenza del vincolo di mandato che le donne intendono fronteggiare mediante un PATTO di RESPONSABILITA’ in virtù del quale, nell’assoluto rispetto dell’autonomia e della libertà di pensiero, le aderenti agli Stati generali:
  1. si impegnano in una pratica politica di rafforzamento della democrazia:
  • conducendo la campagna elettorale con modalità trasparenti, con sobrietà nell’uso delle risorse e, per quanto ovvio, rispetto assoluto della legalità.
  • affermando la necessità di un continuo confronto, ed a tal fine si impegnano ad individuare un luogo stabile a ciò funzionale, che potrebbe essere la “Casa delle Donne del Mediterraneo”.
  1. in caso di elezione se candidate, e in ogni caso se inserite in organi di governo, sottogoverno o organi collegati (aziende, enti, ecc.), si impegnano a:
  • garantire informazioni;
  • garantire un permanente e periodico confronto mediante appuntamenti mensili;
  • sostenere negli organi in cui dovessero essere elette, designate o nominate, i principi della democrazia paritaria e sostenere i punti programmatici emersi nelle giornate di lavori degli Stati Generali, che saranno ulteriormente sviluppati e approfonditi
  1. durante la campagna elettorale, si impegnano a sostenere politicamente le candidate sui temi condivisi dagli Stati generali;
  1. successivamente alla elezione si impegnano alla elaborazione concertata degli interventi e delle proposte sulle tematiche di interesse comune e condivise dagli Stati generali secondo la logica della progettazione partecipata.

martedì 1 aprile 2014

Bari 2/3/4 aprile: gli stati generali delle donne

GLI STATI GENERALI DELLE DONNE A BARI

Gli stati generali delle donne, siamo certe, diventerà un evento per le prossime amministrative nel capoluogo. Attraverso la stampa e le TV, intendiamo invitare tutte le donne della città a farne parte e i partiti, i movimenti, le liste e le candidate e i candidati a sindaco a seguirne il processo utile per la selezione della nuova classe dirigente cittadina.


CHI SIAMO
Per la maggior parte siamo donne che da anni si occupano dell’affermazione dei diritti
delle donne. Obiettivo condiviso anche da molti uomini. Non nasciamo oggi, quindi, ma abbiamo già intrapreso moltissime battaglie di genere. L’ultima ha trovato il consenso di 33mila firme per la proposta di legge di modifica della legge elettorale regionale che proponeva la presenza del 50% di donne nelle liste elettorali e l’introduzione della doppia preferenza.
Proposta di iniziativa popolare respinta – lo ricordiamo – dall’attuale Consiglio regionale.

COSA CHIEDIAMO
Riteniamo che la nuova legge elettorale che introduce, per la prima volta, la doppia preferenza di genere alle amministrative - unica vera novità della prossima tornata elettorale - nonostante le apparenze, contenga dei possibili rischi per la rappresentanza femminile. La concreta possibilità, cioè, che le donne che intendono occuparsi di politica e non hanno familiarità con i meccanismi del mero calcolo dei voti vengano ancora una volta escluse dal circuito elettorale. Questo meccanismo per funzionare, infatti, ha bisogno di uno scambio di consensi fra candidati uomini, forti di pacchetti-voto già consolidati, e donne per lo più già presenti all’interno dell’agone politico. Oppure, peggio, che venga promossa e utilizzata in lista la presenza di donne solo per meri calcoli di potere dei maggiorenti dei partiti o come semplice riempitivo. Nel primo caso, ogni meccanismo di rinnovamento andrebbe bruciato.
Nel secondo, si tratterebbe di candidature femminili di bandiera già viste in passato, soprattutto in Parlamento. Noi chiediamo, allora, ai partiti, movimenti e liste di agire perché queste condizioni ora descritte non si verifichino e proponiamo delle soluzioni concertate. Spesso i partiti si sono detti disponibili a dialogare con la società civile per la promozione delle istanze che da questa provengono. Bene, questo è proprio uno di quei casi.
Verificheremo la disponibilità delle sigle politiche e dei candidati sindaci e sindache ad aprire un dialogo con noi. Intanto, la scelta di tutti i candidati sindaci di dichiarare che la futura giunta sarà composta al 50% da donne – così ci pare di capire – è un primo segnale condivisibile di partenza, anche se non può bastare da solo.

COSA CI PROPONIAMO DI FARE
Proponiamo meccanismi nuovi di scelta della selezione della classe dirigente. Linguaggi politici nuovi. Per la prima volta donne sceglieranno altre donne che verranno segnalate ai partiti attraverso gli Stati generali delle donne perché siano incluse nelle liste elettorali.
Donne da affiancare a quelle già presenti, si intende, ciascuna secondo il proprio credo politico e che i partiti si impegnano a candidare e sostenere. Le donne scelte dalle donne non si presentano a mani nude ai partiti, perché potranno contare sui voti di chi le ha scelte.
Starà ai partiti avere l’intelligenza di sfruttare questa opportunità. Nessuna di loro - isolata - avrebbe potere contrattuale con le sigle politiche per sponsorizzare la propria candidatura, ma in questa maniera è già attrezzata di una dotazione certa di consensi: quelli di chi le ha scelte e si impegna a votare per loro. Questo gruppo di donne sarà selezionato durante Gli stati generali delle donne e non è che l’inizio di un lungo percorso. Verranno, infatti, avanzate proposte anche per le elezioni regionali e politiche e verrà mantenuto un feedback continuo con le nostre candidate.

QUANDO E DOVE
Gli Stati generali delle donne

si terranno agli inizi di aprile, per tre giorni. Ci saranno tavoli di lavoro e di proposta aperti a tutte le donne della città che si saranno iscritte per partecipare e che accetteranno il nostro metodo. La nostra intenzione, se sarà possibile, è quella di utilizzare gli spazi di Abusuan, della Vallisa, del Fortino per i lavori di proposta e di tenere la conferenza stampa finale nel Palazzo comunale. Per tre giorni le donne di Bari occuperanno la città e si faranno sentire. E’ un segnale anche aver voluto tenere questa conferenza stampa nell’aula del Consiglio comunale che speriamo di occupare presto in tante.

I CONTENUTI
Gli Stati generali delle donne non saranno soltanto un’occasione per promuovere dal basso una nuova classe dirigente, ma le donne – grazie alle loro competenze - costruiranno una integrazione ai programmi dei sindaci su tematiche di genere: tracceranno, infatti, i profili della nuova Città delle donne – la città di tutte e tutti, dopo aver interpellato le cittadine nei vari quartieri sulle loro necessità primarie. Esiste, infatti, una progettazione urbanistica di genere delle città, ma non vogliamo anticipare la sostanza dei tavoli tematici che si terranno nella tre giorni degli Stati generali e che vi illustreremo in un ulteriore incontro nelle prossime settimane. Infine, va da sé che le nostre candidate saranno scelte attraverso meccanismi di selezione trasparente. La nostra non è un’operazione di potere. Ciascuna di noi non sta promuovendo se stessa e non stiamo fondando un nuovo movimento politico, siamo più che altro una lobby, nel senso europeo del termine, un gruppo di pressione formato da donne – tante - che intendono mettere a disposizione dei partiti e dei sindaci, idee, professionalità, competenze, nuovi punti di vista. In cambio, però, chiediamo rappresentanza e impegni certi.
Sta ai partiti comprendere questa urgenza e cogliere questa opportunità scongiurando ulteriori defezioni dalle urne, dopo la sconfitta subita non dalle donne, ma dai partiti, a seguito della brutta bocciatura in Regione della legge 50/50. I consiglieri regionali ancora una volta in Puglia hanno dimostrato di essere più arretrati dei loro stessi colleghi in Parlamento.
Mentre alla Regione Puglia, infatti, bocciavano la legge 50/50 già in vigore in altre regioni d’Italia (Campania, ad esempio), contemporaneamente i parlamentari iscritti ai medesimi partiti approvavano la legge sulla doppia preferenza per le elezioni comunali. Uno strabismo incomprensibile. Si tratta, allora, per la politica pugliese di dar forma, finalmente e con coerenza, allo specchio reale della società: le donne superano il 50% degli aventi diritto al voto. Dare loro adeguata rappresentanza è un dovere per i partiti.

PERCHE’ VOTARE DONNA
In chiusura, permetteteci una provocazione. Ci si potrebbe domandare: perché le donne, che pure rappresentano più della metà dell’elettorato, dovrebbero votare donna?
Basta l’appartenenza al genere per pretendere ed ottenere il voto delle donne? Forse ci vorrà tempo, ma noi siamo convinte dell’ineluttabilità di questa scelta, ove sostenuta da buone ragioni. Anzi, siamo convinte che con il tempo anche tanti uomini voteranno donna. Le donne hanno connaturato con il proprio essere, infatti, una prospettiva diversa nell’affrontare i problemi, una visione di “genere” direbbe chi sa. Proprio di recente l’archistar Renzo Piano in una intervista che ha fatto molto discutere ha messo l’accento sulla necessità di “rammendare” i quartieri, di “prendersi cura” delle città. L’I care delle migliori politiche pubbliche, quell’avere a cuore i cittadini e le città. Potremmo dire che le donne sono da sempre vere e proprie artiste del “rammendo” (e non ci riferiamo certo all’arte del ricamo).
Gli uomini ci hanno provato a cimentarsi in questo compito e spesso hanno fallito, a giudicare dai risultati. E’ necessaria allora una svolta, specie in questo periodo complicato per la società, occorre un cambio di mentalità, un nuovo sguardo rivolto alla città e ai cittadini: quello delle donne. Non parliamo di casi singoli, ma di una presenza massiccia di donne in Consiglio comunale per poter finalmente incidere sull’indirizzo politico di governo. Ecco, noi siamo qui proprio perché vogliamo prenderci le nostre responsabilità e sappiamo che le donne in politica rappresentano l'unica vera linfa nuova per il prossimo futuro. Ai partiti, ai candidati sindaci, ai movimenti e alle liste chiediamo una interlocuzione; ai cittadini di avere fiducia in noi. Con la presenza delle donne nelle istituzioni può cominciare davvero un mondo nuovo.
Buon lavoro a tutte noi, allora.