VERSO
GLI STATI GENERALI DELLE DONNE
MARZO/APRILE
2014
Abbiamo deciso di convocare questa conferenza stampa per
annunciare quello che, siamo certe, diventerà un evento per le prossime
amministrative nel capoluogo: “Gli Stati generali delle donne”. E attraverso la
stampa e le tv, intendiamo invitare tutte le donne della città a farne parte e
i partiti e i candidati sindaci a seguirne il processo utile per la selezione
della nuova classe dirigente cittadina.
CHI SIAMO
Per la maggior parte siamo donne che da anni si occupano
dell’affermazione dei diritti delle donne. Obiettivo condiviso anche da molti
uomini. Non nasciamo oggi, quindi, ma abbiamo già intrapreso moltissime
battaglie di genere. L’ultima ha trovato il consenso di 33mila firme per la proposta
di legge di modifica della legge elettorale regionale che proponeva la presenza
del 50% di donne nelle liste elettorali e l’introduzione della doppia
preferenza. Proposta di iniziativa popolare respinta – lo ricordiamo –
dall’attuale Consiglio regionale.
CHE COSA CHIEDIAMO
Riteniamo che la nuova legge elettorale che introduce, per
la prima volta, la doppia preferenza di genere alle amministrative - unica vera
novità della prossima tornata elettorale - nonostante le apparenze, contenga
dei possibili rischi per la rappresentanza femminile. La concreta possibilità,
cioè, che le donne che intendono occuparsi di politica e non hanno familiarità
con i meccanismi del mero calcolo dei voti vengano ancora una volta escluse dal
circuito elettorale. Questo meccanismo per funzionare, infatti, ha bisogno di
uno scambio di consensi fra candidati uomini, forti di pacchetti-voto già
consolidati, e donne per lo più già presenti all’interno dell’agone politico. Oppure,
peggio, che venga promossa e utilizzata in lista la presenza di donne solo per
meri calcoli di potere dei maggiorenti dei partiti o come semplice riempitivo.
Nel primo caso, ogni meccanismo di rinnovamento andrebbe bruciato. Nel secondo,
si tratterebbe di candidature femminili di bandiera già viste in passato,
soprattutto in Parlamento. Noi chiediamo, allora, ai partiti, movimenti e liste
di agire perché queste condizioni ora descritte non si verifichino e proponiamo
delle soluzioni concertate. Spesso i partiti si sono detti disponibili a dialogare
con la società civile per la promozione delle istanze che da questa provengono.
Bene, questo è proprio uno di quei casi. Verificheremo la disponibilità delle
sigle politiche e dei candidati sindaci e sindache ad aprire un dialogo con
noi. Intanto, la scelta di tutti i candidati sindaci di dichiarare che la futura
giunta sarà composta al 50% da donne – così ci pare di capire – è un primo
segnale condivisibile di partenza, anche se non può bastare da solo.
CHE COSA CI PROPONIAMO DI FARE
Proponiamo
meccanismi nuovi di scelta della selezione della classe dirigente. Linguaggi
politici nuovi. Per la prima volta donne sceglieranno altre donne che verranno
segnalate ai partiti attraverso gli Stati
generali delle donne perché siano incluse nelle liste elettorali. Donne da
affiancare a quelle già presenti, si intende, ciascuna secondo il proprio credo
politico e che i partiti si impegnano a candidare e sostenere. Le donne scelte
dalle donne non si presentano a mani nude ai partiti, perchè potranno contare
sui voti di chi le ha scelte. Starà ai partiti avere l’intelligenza di
sfruttare questa opportunità. Nessuna di loro - isolata - avrebbe potere
contrattuale con le sigle politiche per sponsorizzare la propria candidatura,
ma in questa maniera è già attrezzata di una dotazione certa di consensi:
quelli di chi le ha scelte e si impegna a votare per loro. Questo gruppo di
donne sarà selezionato durante Gli stati
generali delle donne e non è che l’inizio di un lungo percorso. Verranno,
infatti, avanzate proposte anche per le elezioni regionali e politiche e verrà
mantenuto un feedback continuo con le nostre candidate.
QUANDO E DOVE
Gli Stati generali
delle donne si terranno agli inizi di
aprile, per tre giorni. Ci saranno tavoli di lavoro e di proposta aperti a
tutte le donne della città che si saranno iscritte per partecipare e che
accetteranno il nostro metodo. La nostra intenzione, se sarà possibile, è quella
di utilizzare gli spazi dell’Officina degli esordi per i lavori di proposta e
di tenere la conferenza stampa finale nella Caserma Rossani come segnale di una
nuova classe dirigente di donne che prova a ricostruire dalle macerie, anche
quelle dei vecchi rapporti di forza con la politica che oggi resistono
culturalmente solo nella parte più retriva della nostra società. E’ un segnale
anche aver voluto tenere questa conferenza stampa nell’aula del Consiglio
comunale che speriamo di occupare presto in tante.
I CONTENUTI
Gli Stati generali delle
donne non saranno soltanto un’occasione per promuovere dal basso una nuova
classe dirigente, ma le donne – grazie alle loro competenze - costruiranno una
integrazione ai programmi dei sindaci su tematiche di genere: tracceranno,
infatti, i profili della nuova Città
delle donne, dopo aver interpellato le cittadine nei vari quartieri sulle
loro necessità primarie. Esiste, infatti, una progettazione urbanistica di
genere delle città, ma non vogliamo anticipare la sostanza dei tavoli tematici
che si terranno nella tre giorni degli Stati generali e che vi illustreremo in
un ulteriore incontro nelle prossime settimane.
Infine, va da sé che le nostre candidate saranno scelte
attraverso meccanismi di selezione trasparente. La nostra non è un’operazione
di potere. Ciascuna di noi non sta promuovendo se stessa e non stiamo fondando
un nuovo movimento politico, siamo più che altro una lobby, nel senso europeo
del termine, un gruppo di pressione formato da donne – tante - che intendono
mettere a disposizione dei partiti e dei sindaci, idee, professionalità,
competenze, nuovi punti di vista. In cambio, però, chiediamo rappresentanza e
impegni certi. Sta ai partiti comprendere questa urgenza e cogliere questa
opportunità scongiurando ulteriori defezioni dalle urne, dopo la sconfitta
subita non dalle donne, ma dai partiti, a seguito della brutta bocciatura in Regione
della legge 50/50. I consiglieri regionali ancora una volta in Puglia hanno dimostrato
di essere più arretrati dei loro stessi colleghi in Parlamento. Mentre alla
Regione Puglia, infatti, bocciavano la legge 50/50 già in vigore in altre regioni
d’Italia, contemporaneamente i parlamentari iscritti ai medesimi partiti
approvavano la legge sulla doppia preferenza per le elezioni comunali. Uno
strabismo incomprensibile. Si tratta, allora, per la politica pugliese di dar
forma, finalmente e con coerenza, allo specchio reale della società: le donne superano
il 50% degli aventi diritto al voto. Dare loro adeguata rappresentanza è un
dovere per i partiti.
PERCHE’ VOTARE DONNA
In chiusura, permetteteci una provocazione. Ci si potrebbe
domandare: perché le donne, che pure rappresentano più della metà
dell’elettorato, dovrebbero votare donna? Basta l’appartenenza al genere per
pretendere ed ottenere il voto delle donne? Forse ci vorrà tempo, ma noi siamo
convinte dell’ineluttabilità di questa scelta, ove sostenuta da buone ragioni. Anzi,
siamo convinte che con il tempo anche tanti uomini voteranno donna. Le donne
hanno connaturato con il proprio essere, infatti, una prospettiva diversa
nell’affrontare i problemi, una visione di “genere” direbbe chi sa. Proprio di
recente l’archistar Renzo Piano in una intervista che ha fatto molto discutere ha
messo l’accento sulla necessità di “rammendare” i quartieri, di “prendersi cura”
delle città. L’I care delle migliori
politiche pubbliche, quell’avere a cuore i
cittadini e le citta’. Potremmo dire che le donne sono da sempre vere e proprie
artiste del “rammendo” (e non ci riferiamo certo all’arte del ricamo). Gli
uomini ci hanno provato a cimentarsi in questo compito e spesso hanno fallito,
a giudicare dai risultati. E’ necessaria allora una svolta,
specie in questo periodo complicato per la società, occorre un cambio di
mentalità, un nuovo sguardo rivolto alla città e ai cittadini: quello delle
donne. Non parliamo di casi singoli, ma di una presenza massiccia di donne in
Consiglio comunale per poter finalmente incidere sull’indirizzo politico di
governo. Ecco, noi siamo qui proprio perché vogliamo prenderci le nostre responsabilità
e sappiamo che le donne in politica rappresentano l'unica vera novità per il
prossimo futuro. Ai partiti, ai candidati sindaci, ai movimenti e alle liste
chiediamo una interlocuzione; ai cittadini di avere fiducia in noi. Con la
presenza delle donne nelle istituzioni può cominciare davvero un mondo nuovo.
Buon lavoro a tutte noi, allora.