lunedì 17 giugno 2013

Obiezione di coscienza Zullo (PdL): “E' in pericolo la nostra libertà”

vi ricordate il Consigliere Ignazio Zullo?
é  quel signore che nell approvazione della prpoposta di legge sul 50/50 per la modifica in chiave di genere per le elezioni nella Regione Puglia, chiese il voto segreto in Consiglio regionale. Lui ed altri 5 affossarono la nostra legge per la quale avevamo raccolto ben 30.000 firme!
una legge che prevedeva, nelle consultazioni elettorali, la doppia preferenza, ora diffusa in tutti i Comuni italiani al di sopra dei 5.000 abitanti. Con il loro voto segreto  decisero che facevamo paura e con un vergognoso silenzio cancellarono trentamila firme !
Questa è breve  storia di ieri ma oggi ecco cosa dichiara il Consigliere amico delle donne (?) a fronte di una ribellione delle stesse per la nomina  di un Presidente, noto obiettore di coscienza, a capo  della struttura che dovrebbe garantire tutto il processo materno/infantile nelle Asl
Obiezione di coscienza Zullo (PdL): “E' in pericolo la nostra libertà”
Nota del Capogruppo PdL in Consiglio regionale, Ignazio Zullo.
Stiamo tanto lottando contro l’omofobia per elevare le sensibilità e la cultura del rispetto delle dignità delle persone e dei diritti di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione e ci ritroviamo di fronte alla fobia dell’obiezione di coscienza invocata per generazioni come diritto inalienabile proprio da coloro che oggi la vorrebbero negare ed elevare a colpa in campo ostetrico-ginecologico.
Il dolore è forte nel ritrovarci sempre e comunque sul doppio binario, un doppiopesismo non accettabile sopratutto perchè l’obiezione di coscienza è stato sempre un valore ben difeso e condiviso dalla sinistra culturale e politica, dal rifiuto del servizio militare alla proposta del presidente Vendola di consentire ai medici di non dichiarare gli immigrati clandestini da loro curati.
E ora invece, proprio da Sel e dalle sue donne, sulla scia di una mozione per cancellare l’obiezione del personale sanitario alle pratiche abortive, arriva la scomunica per il Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, ginecologo obiettore, e la condanna al rogo per chi l’ha nominato Direttore del Dipartimento Materno-Infantile nell’ASL BARI.
L’evento è vissuto da quelle donne come un lutto e la ferita narcisistica si fa più profonda e dolorosa per loro nel pensare che possa essere accaduto nella Puglia di Vendola.
E’ il segno dell'arroganza della politica e dell'ideologia, ai danni della libertà di espressione e di autogoverno deontologico delle professioni. L'obiezione di coscienza è scelta etica, connessa ai codici valoriali e deontologici della comunità professionale e alla responsabilità individuale. Guai a sottoporla alle ondivaghe posizioni delle ideologie della politica.
La prepotenza di certi ambienti politici sembra proprio senza fine. Da un lato si vorrebbero allargare i diritti civili a quello degli omosessuali ad accedere al matrimonio e dall’altro si vorrebbe cancellare il diritto sancito e riconosciuto in Italia e in Europa, degli operatori sanitari a non partecipare ad interventi abortivi.
Il pericolo è grande e mina la nostra libertà di espressione, di pensiero e di coscienza. Ieri è successo a me, in Consiglio regionale, essere offeso da Vendola per non aver condiviso le sue posizioni, oggi succede ad un validissimo professionista, domani succederà a chiunque non si allinea ad un pensiero ideologico la cui forza non si fonda sull’esercizio e il culto delle regole democratiche ma sulla gestione autoritaria del potere”./comunicato

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