martedì 4 giugno 2013

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Hanno deciso di ucciderla

by lunanuvola

La Corte Suprema del suo paese, El Salvador, ha deciso di ucciderla, con quattro voti contro uno, perché “i diritti della madre non possono essere privilegiati contro quelli del feto.” Un feto a cui mancano parte del cervello e della scatola cranica, che non sopravviverà comunque al parto, ma che mette a serio rischio la vita della madre, “Beatriz”.
Beatriz ha 22 anni ed un altro bimbo di 14 mesi per il quale, unica dichiarazione rilasciata alla stampa, vorrebbe “continuare a vivere, per proteggerlo e crescerlo”. Ora è nella 26^ settimana di gravidanza, ma è da marzo scorso che i medici chiedono il permesso di effettuare un aborto terapeutico per salvarle la vita. Sempre negato. Beatriz soffre di lupus ed è sopravvissuta a stento alla gravidanza precedente.
A nulla sono servite le proteste delle organizzazioni femministe, gli interventi delle Nazioni Unite (Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani), di Amnesty International, di Human Rights Watch, eccetera. Il Presidente Mauricio Funes si è rifiutato di intervenire perché si tratterebbe di “sfruttamento del caso a scopi elettorali” e “Beatriz è l'unica che ha il diritto di prendere una decisione”: solo che in un paese che criminalizza totalmente l'interruzione di gravidanza questo diritto, come Funes sa benissimo, Beatriz NON ce l'ha. Funes ha una considerevole faccia di bronzo, visto che quando correva per la presidenza era favorevole alla revisione delle leggi in materia e che il suo partito (di sinistra!!!!) sostiene la decriminalizzazione dell'aborto. Ma dopo la richiesta della chiesa che tutti i candidati alla presidenza definissero la loro posizione in merito, il signore si esibì in un clamoroso voltafaccia: dev'essere proprio un esperto in materia di “sfruttamento a scopo elettorale”.
Nel Salvador l'interruzione di gravidanza era permessa, sino al 1998, nei casi di stupro, incesto, rischio per la vita della madre o gravi anomalie del feto. La legge successiva ha mandato in galera oltre 600 donne, alcune delle quali con sentenze superiori ai 30 anni, per aver abortito. Ventiquattro di esse sono state accusate di “omicidio aggravato” per aver avuto un aborto spontaneo o perché il bambino era nato morto. I medici hanno l'obbligo di denunciare alla polizia le loro pazienti e le donne che cercano assistenza sanitaria dopo un aborto sono ammanettate ai loro letti d'ospedale. Ovviamente, gli aborti clandestini sono la seconda causa di mortalità materna nel paese.
La chiesa cattolica del Salvador sta facendo molto rumore, con arcivescovi e altre autorità che rilasciano dichiarazioni francamente disgustose (“Vedo già come i bisturi uccideranno i bambini domani”, “E' il bambino che è in pericolo, c'è un movimento che vuole ucciderlo”). Assieme alla Corte Suprema e al Presidente, si sporcheranno le mani del sangue di Beatriz senza problemi: in più, loro possono lavarle nell'acqua santa.
Change.org ha organizzato una petizione che chiede al Papa di intervenire. Se pensate che possa servire a qualcosa (io sono molto pessimista) è a questo indirizzo:
Perché sono pessimista su Papa Francesco? Be', quando dice qualcosa del tipo “il Signore ci ha redenti tutti, anche gli atei” come ha fatto di recente, una cosa in sé abbastanza innocua e di certo compassionevole dal suo punto di vista, la sua stessa gente si incarica di smentirlo (e di mandare sull'ostia, è il caso di dirlo, la sua presunta “infallibilità”). Il reverendo Thomas Rosica, uno dei portavoce del Vaticano, ha infatti corretto il tiro dicendo che no, la gente che conosce l'esistenza della chiesa cattolica e la rifiuta, o la lascia se c'era dentro, “non può essere salvata”. Chiunque nasca in un'altra fede, o scelga un'altra fede, o non ne scelga nessuna ha solo le infinite fiamme dell'inferno davanti a sé. E' un sollievo, sapete. L'idea di trovarmi in paradiso con l'arcivescovo di San Salvador o con Rosica era francamente intollerabile. Maria G. Di Rienzo

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