martedì 11 luglio 2017

Parità di genere in Puglia, nel 2017. Ma fortunatamente esistono le Consigliere di Parità

Parità di genere in Puglia nel 2017: 4 (maschi ovviamente) contro 1: questa la nuova giunta comunale di Carmine D’Anelli a Rodi Garganico, idem a Carpino con la nuova Giunta di Rocco Di Brina e a Ischitella con la Giunta di Carlo Guerra.


In perfetta continuità con il 2012 (e seguenti), chi se ne importa della disposizione della legge Delrio per cui, dal 2014, nelle nuove giunte dei comuni sopra i 3 mila abitanti “nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico”.  
Ma non è il caso di arrendersi. Già recentemente una sentenza del Tar della Calabria, accogliendo il ricorso della Consigliera Regionale di Parità, aveva annullato il decreto sindacale di nomina dell’assessore e la delibera consiliare del Comune di Montalto, in quanto la Giunta (composta da 5 persone incluso il sindaco) non comprendeva almeno 2 assessori di genere femminile. Dopo il ricorso in Appello il Comune di Montalto ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, ma questo ha confermato il carattere inderogabile della percentuale di presenza del genere meno rappresentato nelle Giunte Comunali prevista dalla Legge Delrio, costituendone un ineludibile parametro di legittimità delle nomine. Il Comune di Montalto si è dunque dovuto adeguare nominando una nuova giunta: e questa ora conta, escluso il sindaco, ben 3 donne e 2 uomini.
Tornando in Puglia, in tutti e 3 i Comuni maschilisti si sono avute reazioni: Giovanna Amedei (che era candidata sindaca per Rodi Garganico alle ultime elezioni) ha presentato al sindaco un’interrogazione scritta; a Carpino la minoranza ha inviato un documento non solo al sindaco Di Brina e ai consiglieri, ma anche al Prefetto di Foggia e a Serena Molendini, Consigliera Regionale di Parità. A Ischitella Il Consigliere di minoranza Giuseppe D’Errico ha presentato una diffida ad adempiere alla legge.


Serenella Molendini, che dal 2008 promuove azioni giudiziarie per il rispetto delle pari opportunità, ha inviato ai sindaci di Rodi Garganico, Carpino e Ischitella (oltre che ai rispettivi Consigli Comunali e alla Prefetta di Foggia, Maria Tirone) una diffida di riequilibrio di genere nella composizione delle Giunte, in cui invita a “procedere, entro 15 giorni, ciascuno per le proprie competenze, all’annullamento dei decreti sindacali e della deliberazione del Consiglio Comunale, al fine di ripristinare le dovute condizioni di garanzia”, e sottolinea: “i decreti sindacali con cui sono state nominate le Giunte nei Comuni di Rodi Garganico, Carpino e  Ischitella, essendo queste composte da quattro uomini (compreso il sindaco) e una sola donna, si pongono in aperto contrasto non solo con la Legge Delrio ma anche con il principio ribadito negli articoli 3 e 51 della Costituzione e con l’art. 6 comma 3 del D.lgs. n. 267 del 18/8/2000. La necessità del rispetto del principio costituzionale delle pari opportunità nella composizione della Giunta locale è stata, inoltre, affermata dalla giurisprudenza amministrativa grazie anche all’azione giudiziaria condotta dall’Ufficio della Consigliera Regionale di Parità di cui sono Consigliera di parità effettiva a partire dal 2008”.

martedì 7 marzo 2017

Giovanna Marini alla Casa delle Donne del Mediterraneo a Bari


Venerdì 10 marzo, alle ore 18, torniamo a vederci alla nostra Casa delle donne, rinnovata, con un’ospite d’eccezione. Si tratta di Giovanna Marini, compositrice, etnomusicologa, animatrice culturale, cantastorie, straordinaria figura di artista e di donna che ha avuto un ruolo ineguagliabile nell’orizzonte musicale e culturale italiano, tessendo con le sue innumerevoli creazioni - ballate, oratori, opere, musiche di scena e per film - un inscindibile intreccio tra musica accademica e popolare. La musicista sarà con noi per una conversazione intensa e informale nella quale racconterà la sua lunga,  formidabile vicenda di artista, di studiosa, di didatta, di cittadina, di persona di questo nostro tempo in questo nostro Paese.

Un appuntamento speciale che dà il via alla Convenzione che vede Stati generali delle donne e Conservatorio Piccinni collaborare insieme. Giovanna Marini, infatti, sarà qui a Bari ospite del Conservatorio Piccinni nell’ambito del progetto "L'ombra illuminata. Donne nella musica” che, giunto alla terza edizione, si propone di ‘riportare alla luce' dello studio e dell'ascolto l'immenso patrimonio di pensiero e di creatività musicale cui nella storia della cultura occidentale hanno dato corpo le numerosissime compositrici che, a dispetto di avversità di ogni tipo, hanno tenacemente agito secondo il proprio sentire. Un patrimonio di valore assoluto finora sostanzialmente assente dai libri di storia ed escluso dal canone, dai programmi di studio accademici, dalla programmazione concertistica. Un patrimonio rimasto appunto nell'ombra, che solo negli ultimi decenni - in Italia ancora con grande ritardo - comincia a riemergere dall'oblio insieme con le storie di vita delle musiciste, che hanno davvero molto da insegnarci.

Il Festival concertistico si apre giovedì 9 marzo alle 20,30 nella Chiesa di Santa Teresa dei Maschi con un omaggio musicale a Giovanna Marini: docenti e studenti del Conservatorio Piccinni eseguiranno per lei musiche dei suoi genitori Iditta Parpagliolo e Giovanni Salviucci, entrambi compositori.
La rassegna prosegue con tre concerti nei giorni 21 e 22 marzo (Auditorium Vallisa) e 23 marzo (Aula Magna del Palazzo Ateneo), nei quali docenti e studenti del Conservatorio Piccinni proporranno brani vocali e cameristici di importanti compositrici: Francesca Caccini, Ella Adaïewsky, Thea Musgrave, Liza Lehmann, Marie Jaëll, Imogen Holst e Amy Beach, cui è dedicato un incontro nel centocinquantenario della nascita.

Ingresso libero per tutte le manifestazioni. Vi aspettiamo venerdì 10 marzo alle ore 18 alla Casa delle donne del Mediterraneo a Bari.

martedì 12 luglio 2016

Disastro ferroviario: errore umano? ma a monte c'è la colpa di delegare agli operatori la sicurezza. E ancora più a monte di non pianificare, ma speculare

Quanto è amaro riportare all'attenzione, 11 anni dopo, un documento del 13 gennaio 2005 dal titolo "Ferrovie italiane: più sicurezza sulla rete, meno tratte inutili ad alta velocità" ..? della allora senatrice Anna Donati. 


In questo momento (quasi a mezzanotte del 12 luglio) le notizie dicono che le vittime del terribile disastro ferroviario sulla tratta Andria-Corato sono già 27. Una tratta a binario unico, mancante del sistema di controllo marcia treno (Scmt): l’ok alla messa in marcia tra una stazione e l’altra viene dato via dispacci telefonici. 

Troppo amaro constatare che, per un simile disastro, si pensi di dare come spiegazione l'errore umano. Le persone fanno errori per definizione; per questo la gestione di un sistema serio deve far sì che l'errore umano sia prevenuto o contenuto. Come non pensare con indignazione oggi, martedì 12 luglio 2016, all'accanimento con cui si sostengono progetti insensati come la TAV Torino Lione? e al fatto che ancora si delira sul Ponte di Messina? mentre i lavori più basilari, a livello locale, sono trascurati, e va a rotoli la sicurezza?

A pag. 4 del documento di cui sopra, del 2005, si trova questa tabella:


che la Donati commentava così: dalla tabella si deduce che il costo complessivo degli investimenti aumenta in misura considerevole e soprattutto a causa delle nuove e grandi opere previste dalla Legge Obiettivo che, da sole, fanno lievitare di 54 miliardi il costo del Piano.  Sono in concreto  le nuove tratte ad Alta velocità Torino-Lione, il nuovo traforo del Brennero, l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria connessa e funzionale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, solo per citare le più rilevanti sul piano economico.  Basta calcolare la somma di questi nuovi investimenti per tratte ferroviarie ad Alta velocità previste dalla Legge Obiettivo, che richiedono in totale investimenti per 42, 6 miliardi di euro. 

Denaro che, dice la Donati, sarebbe invece meglio destinare ad ammodernare e potenziare le linee esistenti e a investire in sicurezza. Cassandre! Chi le ascolta? per definizione, mai nessuno. Per questo oggi, 12 luglio 2016, in Italia abbiamo assistito a un tipico disastro le cui caratteristiche siamo abituati a derubricare come "da terzo mondo": qualcosa, cioè, che in genere nemmeno ci sogniamo di temere, per noi, quando saliamo su un treno italiano.

Il 13 maggio 2016, undici anni dopo il documento già citato, "Ferrovie italiane: più sicurezza sulla rete, meno tratte inutili ad alta velocità, (ed esattamente 2 mesi fa), la stessa ex-senatrice (ora assessora ai trasporti e infrastrutture nella giunta di De Magistris) tornava sull'argomento con questo articolo: cancellata la legge Obiettivo il rischio è che restino in corsa le grandi opere; che così si conclude: Il rischio concreto è che, cancellata la legge obiettivo, non si cancellino le grandi opere inutili e devastanti, mentre nuove semplificazioni sostituiscono quelle previste dal Codice Appalti del 2006. Serve una azione energica di indirizzo sul regime transitorio della legge Obiettivo del Ministro Delrio, capace di trasformare in fatti concreti le politiche positive annunciate nell’Allegato al DEF, per realizzare le opere utili, snelle e condivise.
Sapremo ascoltare, adesso?

sabato 1 agosto 2015

Bentornata al tuo posto di Sindaca, Paola Natalicchio

Come avevamo fortemente sperato e chiesto con una petizione, Paola Natalicchio torna al suo posto di sindaca di Molfetta, dopo le sue recenti dimissioni: “Ritiro le dimissioni per il dovere di ritrovare le ragioni del 2013 e far sì che diventino più forti di tutto e tutti. Possiamo farcela. Dobbiamo” 
Prima di Paola era stato Sindaco di Molfetta Antonio Azzollini, indagato per la maxitruffa al porto di Molfetta e per il crac della casa di cura Divina Provvidenza (figura per cui non ci spieghiamo come il Parlamento possa aver rifiutato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Trani). Il ritorno di Paola è una bella notizia per tutte e tutti, ma specie per noi donne, che in Puglia incontriamo ogni giorno indicibili ostacoli verso ogni sforzo di cambiamento. Bentornata Paola! grazie per non esserti arresa, abbiamo bisogno di persone come te.

domenica 19 luglio 2015

Paola torni al suo posto di sindaca di Molfetta

Una nuova pagina da ieri (18 luglio) è comparsa su FB è:  Paola non mollare. E inoltre una petizione chiede siano revocate le sue dimissioniChi é Paola
Paola Natalicchio è una giornalista professionista, nel 2005 è stata la capo ufficio stampa del Comitato nazionale per il Sì ai referendum sulla procreazione medicalmente assistita

Nel 2006 è stata capo ufficio stampa e portavoce del Ministro per le Politiche giovanili e le Attività sportive Giovanna Melandri. 
Nel 2008 è diventata portavoce di Patrizia Sentinelli, viceministro agli Esteri e coordinatrice romana de La Sinistra L’Arcobaleno, con funzioni di addetta stampa e responsabile della comunicazione. 
Poi è arrivato l’impegno all’Unità di Concita De Gregorio, cui seguono altri incarichi professionali di rilievo nel campo dell’informazione. 
Nel 2013 firma il romanzo “Il regno di Op” (ed. Einaudi), che raccoglie i post dell’omonimo blog nel quale ha raccontato le vicende autobiografiche di genitori di bambini oncologici, esperienza che l’ha personalmente coinvolta.
Nello stesso periodo è arrivata la scelta di tornare nella sua Molfetta, per tentare l’avventura civica a capo di una coalizione di centrosinistra.
Paola, noi donne, l’abbiamo amata subito per il suo coraggio e determinazione.
Molfetta è una bellissima cittadina del nord barese dove imperversava il potere assoluto del sindaco Antonio Azzolini, (Antonio Azzollini è un politico italiano di lungo corso, già senatore di Forza Italia e del Popolo della Libertà e successivamente del Nuovo Centrodestra che ora è in altre vicende coinvolto). Un Sindaco un po' misogino  che per il suo Governo, formò una Giunta comunale tutta al maschile, infischiandosene anche della norma antidiscriminatoria presente nello Statuto cittadino. 
Con le donne delle associazioni pugliesi e degli organismi di parità della regione Puglia, facemmo ricorso al Tar che ci dette subito ragione, ma questo fu impugnato dallo stesso Sindaco che, pur di non inserire neanche una donna nel Governo della città, portò il giudizio  fin in Consiglio di Stato ottenendo una sonora sconfitta
Come non amare quindi Paola Natalicchio che a sorpresa, due anni fa, a capo di una coalizione di centro sinistra, candidata in una lista civica, diventò La nostra Sindaca.
Ora Paola Natalicchio si è dimessa da Sindaca di Molfetta. Lo ha fatto nella tarda serata del 17 luglio e il perché lo spiega lei stessa con un post sul suo profilo facebook: “Non è un tradimento. Se l’ho fatto è proprio per non tradire il patto del 2013, messo in crisi da un Partito Democratico che dopo le dimissioni prima di un assessore e poi del presidente della commissione urbanistica ha dimostrato di volersi porre come elemento di destabilizzazione del nostro progetto”.  
Pare siano strascichi della appena terminata campagna elettorale  riposizionamenti, divisioni e richieste di modificare l’assetto politico in giunta insomma, nulla di più lontano da un necessario e buon Governo Comunale.
Ho fatto argine finché ho potuto – aggiunge Natalicchio – credetemi, finché ho potuto. Ho amato con ogni mia cellula questo lavoro di servizio alla città, ho stravolto la mia vita per 25 mesi indimenticabili in cui ho vissuto solo in funzione del bene di Molfetta. Spero di aver lasciato un umile segno di impegno civico e di aver seminato un pò di speranza nella buona politica. Dov’è l’amore per la città? Non chiedetelo a me, non sbagliate indirizzo. Mi hanno terremotata, per settimane. Non c’è niente di personale nelle mie dimissioni. Niente di psicologico. Sono dimissioni politiche. Che piaccia o no. Ci sono le carte sul tavolo, ci sono i fatti. Chi lavora per la pace e per l’unità rinuncia agli strumenti di guerra. Il Pd da 16 giorni non mi ha dato il piacere di valutare alcuna richiesta senza un ricatto sul tavolo. Porgo i miei sinceri complimenti. E le mie scuse alla città se non sono più disponibile a fare questa vita. Un sindaco non è una monade. Deve avere una squadra dietro che rema nella stessa direzione della corrente. Queste condizioni sono venute a mancare. Alzo le mani, con grande dolore”.
Ma le dimissioni, per legge, sono revocabili entro 20 giorni.
Tra le tante testimonianze di solidarietà vi è questa di Elvira Zaccagnino, nostra compagna di tante battaglie: “Non molliamo noi e soprattutto non molliamola noi Paola NatalicchioOltre i partiti e le maggioranze ci siamo noi cittadini, di Molfetta e non, che in lei e nel suo percorso politico e amministrativo abbiamo visto una speranza e una possibilità di una politica efficace per tutti e non per i soliti o per pochi. Più siamo, più chi vuole rappresentanze e posti da occupare, sentirà che accanto a lei c'è un popolo di cittadini. Non un partito. Se una come Paola Natalicchio molla, lei che ha sfidato i draghi e le tempeste, vuol dire che il potere della politica è proprio una cosa marcia dentro. Se lei che ha abitato Il Regno di Op e lo ha raccontato e ci ha detto che da lì si esce, dice basta al Regno del Potere (che sia Molfetta o un'altra città poco importa), non una ma diecimila domande dobbiamo farci noi. Le tattiche rendono marginali gli onesti. Che si dimettono. Anche nel Vangelo è previsto: 'scuoti la povere dai calzari' e lascia quella casa.
L'onestà resta ancora una colpa."

domenica 12 luglio 2015

Nomina assessore Negro. Il Presidente Emiliano risponde alle donne

Ma dai. Chi se lo sarebbe aspettato che il Presidente Emiliano, questa volta, alle donne avrebbe risposto picche, con beffa? Bè, d'altronde, con tutte le concessioni fatte fin qui alle donne pugliesi, ogni tanto un bel calcio in faccia ci sta, meglio se con motivazioni che suonano solo come ironico svillaneggiamento. E la risposta tautologica, con rimbalzo integrale degli argomenti portati, è la cosa più elegante che gli uomini pugliesi al potere abbiano fin qui saputo fare. E infatti, nuovamente, ecco qua: 
Domanda: perché al welfare e alle Pari Opportunità metti un tizio che le pari opportunità NON le vuole
Risposta: perché si.
Domanda: Ma come è possibile? ha sempre remato contro agli obiettivi di quel mandato, e anche teorizzato le ragioni per essere contrario!
Risposta: eh ma adesso secondo me pensa di fare il bravo bambino… Punto e basta e ciao, la questione è chiusa. (Contente? Ora tornate a fare le mamme e a badare ai vecchi).
Cosa volete che contino, donne di poca fede, le convinzioni personali? e poi.. di fronte agli indirizzi politici (già inesistenti) dei nostri partiti?? e poi, perché mai non dovreste fidarvi?
Ed ecco il comunicato ufficiale:
Con riferimento al comunicato firmato da diverse associazioni con il quale si chiede al presidente della Regione Puglia la revoca dell'incarico di assessore al Welfare affidato a Totò Negro, Michele Emiliano risponde: "L'assessore Negro, come ogni altro assessore da me nominato, è tenuto a dare esecuzione al programma del centrosinistra nei minimi dettagli, rispettandone l'ispirazione sotto il diretto controllo dell'intera giunta e mio personale. Capisco l'ansia delle associazioni firmatarie del documento di vedere realizzati i loro obiettivi e la faccio mia. Dopo gli scempi del passato con riferimento alla parità di genere ed alla legge elettorale è chiaro che l'intera giunta, compreso l'assessore Negro, avverte la necessità di lasciarsi alle spalle quel passato che ha tradito le aspettative di tutti coloro che credono nel diritto a vivere avvalendosi di identiche opportunità di vita".
Avanti così, dunque. Di certo non siamo stupite. Altri suggerimenti?

venerdì 10 luglio 2015

Regione Puglia: non è accettabile Salvatore (Totò) Negro come Assessore al Welfare e alle Pari Opportunità

All’inizio era che non sarebbero stati ricandidati quegli uomini che avevano affossato la proposta di legge di iniziativa popolare 50/50. Poi l’8 marzo ci fu l’investitura dall’alto di 6 donne per sanare l’onta di un consiglio che aveva bocciato le proposte sulla parità di genere. Poi è successo, come ampiamente previsto (perché prevedibile, ndr), che nessuna di queste donne ‘scelte’ sia stata eletta. Sorpresa delle sorprese, fra occhieggi importuni alle consigliere 5 Stelle e promesse di riforma dello statuto, è arrivata lunedì scorso la nomina del dott. Negro al Welfare, con delega alle Pari Opportunità. Che dire? Forse qualcuna/o ricorda la riunione del Consiglio Regionale in cui fu bocciata la proposta di legge 50/50. Nel suo intervento il consigliere Negro – solo per citare una delle perle - sostenne letteralmente: “Fra le donne presenti mi sembra non ci sia nessuno della Provincia di Lecce. Parlo di quelle donne che vivono una condizione minoritaria. Svolgo questo riferimento perché, prima di pensare di risolvere il problema della partecipazione delle donne alla vita pubblica e alla politica imponendo per legge il 50 e 50 nessuno ha posto l’accento sulle condizioni reali. Provo a immaginare una madre di famiglia, una donna della Provincia di Lecce, del profondo sud, di Leuca o di Fogglia, che deve lasciare a casa i figli, oppure gli anziani che deve accudire (leggetevi anche questo - aggiornamento al post, 11 luglio, ndr), perché non siamo in grado di fornire i servizi idonei (traduzione: cioè non ci interessa, non vogliamo, ci sono già le donne, si sta così bene così! ci manca solo la "parità", le pari opportunità disgregano le famiglie, ndr). Dovete dimostrare di avere maturità per stare in questo Consiglio regionale”. (!!!, ndr).
Il neo assessore ha sempre convintamente ed orgogliosamente sostenuto la scelta del voto contrario alla Legge sulla parità di genere. Parlare di misoginia ci sembra il minino e ci spaventa pensare alle politiche che un uomo che ha manifestato impunemente queste convinzioni potrà proporre in un settore così importante per la vita delle donne. L'Assessorato al Welfare, inoltre, è quello che supporta (dovrebbe supportare! ndr) i lavori degli Organismi di Parità, che gestisce tutta la complessa materia della conciliazione dei tempi, che ha al suo interno la figura della/del Garante di Genere. Vogliamo ricordare che la Puglia è una delle poche regioni, se non l’unica, ad avere una Legge Regionale di contrasto alla violenza di genere e per la promozione dell’autodeterminazione e della libertà delle donne. Legge cui vanno ancora date tutte ‘le gambe’ per essere applicata. Ed è appena partito il Piano Regionale Antiviolenza. Con quale convinzione tutto ciò sarà portato avanti? Per queste ragioni chiediamo che il Presidente Emiliano revochi il mandato assessorile al dott. Negro. Se il buongiorno si vede dal mattino non osiamo immaginare il futuro che ci attende.
Al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, Bari, 10 luglio 2015; Ass. Altra Mura- Altamura, Ass. Arcilesbica Mediterranea - Bari, Ass. Giraffa Onlus - Bari, Ass. Safya onlus, Ass. UnDesiderioinComune – Bari, Ass. Uomini in gioco - Bari, Centro di Documentazione e Cultura delle Donne – Bari, Donne in Rete-Foggia • Aderiscono inoltre: Ass. Castellana 2.1, APS Fram-Menti, APS Vista dall'alto, Ass. Open – Puglia, Donne di SEL- Puglia, Movimento Giovani per Manduria, Ass. ConvochiamociperBari, Stati Generali delle Donne Bari, KèBari, Hermes Academy - Arcigay Taranto, Arcigay Bari "Liberi di essere, liberi di amare", LeA liberamente e apertamente, N.U.D.I. psicologi per il benessere delle persone Lgbtqi, NPS Puglia onlus, TGenus, Centro Antiviolenza "Riscoprirsi" • E ancora: Paola Martino, Imma Barbarossa, Rita Saraò, Marina Suma, Teresa Iorio, Lea Durante, Maria Pasanisi, Mariaceleste Nardini, Eleonora Forenza, Mercedes Lanzilotta, Marina Pinto, Ada Donno, Terry Marinuzzi, Rosanna Perillo, Isa Lorusso, Giulia Dalena, Marcella Galbiati, Elvira Zaccagnino, Orazio Leggiero, Marina Losappio, Nunzia Antonino, Rossella Malcangio, Franca Mazzei, Anna Simone, Serenella Di Gioia, Concetta Cuscusa, Norma Rega, Elena Violante, Elisabetta Fontana, Angela Laneve, Annarita Lupoli, Gabriele Vilardi, Irene Strazzeri, Teresa Imbriani , Annella Andriani, Francesca Romana Recchia Luciani, Patrizia Lomuscio, Antonella De Luce, Piera Forlenza, Lucrezia Abbrescia, Ines Rielli, Giovanna Iacovone, Giusi Giannelli, Chiara Candela, Grazia Solazzo, Anna Losurdo, Marina Convertino, Eleonora Morisco, Lia Masi, Nino De Giosa, Marilù Mastrogiovanni, Alfonso Lapalorcia.